RIVEDERE DUCCIO DOPO PIU' DI UN ANNO E RIMANERE ANCORA COLPITI!

Ho la possibilità di alzare in classifica il pacioso e adorabile Luigi Ciocca che avrebbe (il condizionale è d'obbligo) liquidato niente poco di meno che Luchino Astorri e Alessandro Campofredano ("Cioccone" era in duo col mio amico d'infanzia Fusco).

In una delle rare apparizioni che mi sono concesso nello scorso mese di febbraio, ho visto uno sbiadito (Doc) Puca di cui non vi parlo come se fosse arrivato all'apice dei miglioramenti (o come se fosse in fase calante) ma non posso inserire in questa umile recensione racconti di giocate - diciamo così - da far perdere la testa: era in giornata no e allora voglio rivederlo con calma... 

Il mio figlioccio Vitone s'è ripreso con gli interessi il "prestito" che m'aveva fatto (lo avevo liquidato senza appelli con Don Jack di fianco...lui era con Vince Clarke Capuano: ebbi la meglio al termine di uno dei match giocati con intensità da perdifiato e tra i più entusiasmanti da quando vivo le emozioni della gabbia). 

Stavolta sono andato a sfidarlo con il rettile nazionale e lui era con Duccio Manetti che non vedevo da un anno e più. Dire che siamo stati asfaltati è oggettivamente poco: vi dico solo che l'enigmatico toscanaccio e quasi quasi anche il figlioccio, hanno chiesto a fine gara lo scambio di coppie e quando s'arriva a questo, amici miei, sappiatelo...siamo all'umiliazione! Già, è inutile trovare appigli, se chi ti sconfigge vuole cambiare partner significa che, in buona sostanza, si sta abbuffando la palle e vuole qualche emozione in più per giustificare i dieci euro...

Spendo ancora qualche riga per Duccio che a più di qualcuno la sua posizione nella mia classifica ha fatto storcere il naso: non in una sola occasione sono stato contestato per la generosità con cui l'ho piazzato (più e più volte) tra i migliori dieci (se non tra migliori sei). La garra agonistica, come la velocità di palla, non convincono e ho fatto fatica a far valere le mie competenza da maestro. Lo rivedo a distanza di un anno e confermo, invece, tenacemente, quello che avevo detto in tempi non sospetti: al netto delle palle non che non vanno a morire a quaranta centimetri dal vetro (come il padel imporrebbe) le sue volee sono puntualissime (alla Ciccio per intendersi), nessuna sua giocata è banale, la manualità (leggasi sensibilità), è al pari di quella di Fusco per non parlare del suo senso della posizione che per quanto mi riguarda rasenta quasi la perfezione. A completamento del suo bagaglio c'è poi la bandeja (non dimentichiamo che per me, chiunque riesce a giocare i due colpi maledetti, o anche uno dei due, in maniera più che discreta, merita già piazze d'onore). Detesto chi non contestualizza, perciò mi guardo bene dal non farlo e in virtù di quest'ultimissima considerazione non arrivo certo a dire che gioca come Arturo Coello...trovatemi, tuttavia, uno che nel nostro circo-padel campobassano - da destra - gioca meglio di lui... 

   

Posta un commento

0 Commenti