Chi mai sarà la (s)fortunata che ha scelto di convolare a nozze con il nostro Fabietto (Amorosa) ? E perchè mai avrà voluto autocondannarsi per l'eternità in questo modo? A lei e al nostro simpatico amico, giungano le congratulazioni del blog e mi raccomando: quando litigate, non vi tirate più di due piatti a volta!
Da quando gioco, non ho mai prenotato una sola ora e nei quartetti composti, non mai vestito panni di leader; ciò non mi consente di bilanciare in maniera equa (fra tutti i circoletti) le mie comparsate che fortunamente diventano sempre più rade. Continuo, ovvero, ad essere schifoso gregario, accettando gabbiette (e orari) in maniera più o meno passiva e questo mi porta inevitabilmente a frequentare un pochino di più un circoletto, piuttosto che un altro. Me ne dispiaccio perchè, in realtà, tutti i dirigenti indistintamente, meriterebbero attenzioni non fosse altro che per gli sforzi che profondono: Dio solo sa quant'è difficile fare sport in questa città che rimane gretta e provinciale. Voglio augurarmi, perciò, che un turnover operato a dovere da chi gioca, possa sortire effetti positivi a Pino, a Paolo allo stesso Fabio e a Marco al netto di ingiustificabili motivazioni dovute chessò a livelli di gioco che meriterebbero superfici d'oro e gabbiette panoramiche che fanno scorgere il Gran Sasso mentre si suda...Devo aimè ricordare che per i nostri livelli di gioco putess'm jucà pur sott' a la carcat'a (la "caricata" per chi non mastica il campobassano verace, corrisponde allo spiazzo di gioco dei nostri nonni, sito appena sotto il Castello Monforte n.d.r.).
A tal proposito ho scoperto in maniera colpevolmente tardiva l'ultima creazione padellistica di Campobasso. Affonda le radici in una zona tra le più belle e incontaminate della città. Gli spazi sportivi del Feudo, in realtà, tanto nuovi non sono: il campo da tennis, ora riconvertito a gabbietta, lo inaugurai proprio io insieme ad altri under 16 dell'epoca in quella che ricordo come semplice rimessa di roulotte e camper e in cui uno spazietto rimasto vuoto, fu trasformato in rettangolo di gioco da qualche amante del tennis di quel periodo. Parlo del 1990 o giù di li. Subito dopo, il calcetto prese il sopravvento e quella zona piuttosto isolata prese ad essere frequentatissima. Il buon Paolo Lagonigro (che ringrazio di cuore) mi ha permesso di scattare qualche foto per poter publicizzare, come faccio per le altre Associazioni, il circoletto che gestisce da qualche tempo.
E dopo queste divagazioni, rieccomi ai risultati...anzi al risultato: ho perso quattro set a zero contro il Cobra e questo non farebbe notizia se non per il fatto che al suo fianco c'era il mio faro De Simone. Maurito ha giocato talmente bene che ho fatto fatica a ricordare chi che dei due fosse il top-ten e a ricordare, altresì, da dove è iniziato il percorso dello stesso Mauro. Il rettile, s'intenda, resta stupefacente (brutta) copia di Ciccio in termini di visione di gioco, tattica e strategia (anche col fardello di volèe orrende) ma De Simone vede ormai le targhe delle dieci supercar che viaggiano nella testa della mia graduatoria.
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